Magna Grecia
L'insediamento di coloni
greci nel territorio dell'Italia meridionale definito "Magna Grecia"
(intendendo con questo termine originariamente la Grecia metropolitana e la Grecia "italiana"
nel loro insieme, ma nell'accezione comune indicando solo quest'ultima)
era già iniziato nel XV e nel XIV secolo a.C., secondo le testimonianze, e si era poi interrotto
fino all'VIII secolo quando riprese in modo massiccio. La ricerca di nuovi
territori a scopi commerciali, l'incremento demografico e i rivolgimenti
politici che avevano interessato le città greche causarono
una serie di flussi migratori di popolazioni greche verso la penisola:
iniziarono i calcidesi, che si insediarono in
Campania e nella zona dello stretto di Messina fondando colonie come Cuma, Velia e Reggio; i dori colonizzarono la Sicilia (Siracusa e
Agrigento), gli achei del Peloponneso la costa ionica della Calabria e della Lucania (Sibari, Crotone,
Metaponto), gli spartani il golfo di Taranto. Sottomesse o assimilate le
popolazioni indigene, i greci fondarono colonie e subcolonie che furono rette da regimi oligarchici e in
seguito da tirannie. L'apice della potenza e dello splendore artistico e
culturale (testimoniato da grandiosi templi come quelli di Agrigento,
Selinunte, Segesta, e dalle
scuole filosofiche che fiorirono in Magna Grecia) fu raggiunto tra il VI e il V
secolo a.C., dopodiché
iniziò il declino delle colonie greche, in lotta tra loro per la supremazia e
perennemente in guerra con cartaginesi e italici e,
infine, con Roma, che nel corso del III secolo portò a termine la sua
progressiva conquista dell'Italia meridionale.